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Non capita a tutti i “classici” del Teatro musicale di poter essere sempre “giovani”.  My Fair Lady – musical del 1956 di Alan Jay Lerner, autore del libretto su musiche di Frederic Loewe, adattato dall\’opera Pigmalione di George Bernard Shaw -, deve la propria “immortalità” a ciò che racconta, a come lo traduce in emozioni, ai sorrisi che fa scaturire, alla universalità del suo linguaggio musicale.
Fulcro narrativo di My Fair Lady, uno dei più amati classici della storia del musical, sono la cultura, la  conoscenza della propria lingua, gli strumenti per un\’elevazione sociale. Lo spettacolo  ha per protagonisti il cinico professore di fonetica Henry Higgins (Luca Ward) e l\’incolta e rozza fioraia Eliza Doolittle (Vittoria Belvedere). Higgins accetta la scommessa di riuscire a far apparire Eliza Doolittle come una signora degna dell\’alta società. Vincerà la scommessa e scoprirà di saper provare anche lui dei sentimenti. La “fair lady” Eliza Doolittle è l’archetipo del riscatto, della rivincita, dell’affermazione, della trasformazione. Alla fine, e qui si impone in tutta la sua statura George Bernard Shaw ispiratore col suo Pigmalione  della versione musicale, anche la chiave maschile della vicenda cede alla forza delle emozioni e dei sentimenti: soli non si è completi e anche un apparente “misogino e scapolo convinto” come il Prof. Higgins o il collega di “sventura” Colonnello Pickering, o il cinico e spietato padre di Eliza, Alfred Doolittle, si trovano costretti a svestire la maschera della durezza e a coprirsi con un velo di dolcezza.

PEEPARROW ENTERTAINMENT e IL SISTINA
su licenza esclusiva Tams Witmark – New York

di Alan .Jay Lerner e Frederick Loewe
da \"Pigmalione\" di George Bernard Shaw

Vittoria Belvedere Eliza Doolittle
Luca Ward Prof. Higgins

con Enrico Baroni Col. Pickering
e Giulio Farnese Alfred Doolittle

Adattamento e regia Massimo Romeo Piparo
Scene  Aldo De Lorenzo
Luci Umile Vainieri
Suono Luca Finotti
Coreografie Roberto Croce
Direzione musicale Emanuele Friello